Riprendere, alla luce della particolare e straordinaria situazione che anche come scuola stiamo vivendo, le proposte ripetutamente avanzate dalla CISL Scuola sul reclutamento dei docenti: un’opportunità che invitiamo a considerare attentamente. Si tratta di proposte che permetterebbero di conseguire un obiettivo di stabilizzazione del lavoro, con evidenti ricadute positive per il servizio scolastico; tutto ciò, considerata l’enorme mole di contratti precari attivati quest’anno, che l’inevitabile ritardo con cui potranno svolgersi le procedure di reclutamento in cantiere potrebbe veder crescere ulteriormente a settembre.
Da tempo la CISL Scuola propone un modello di reclutamento basato su modalità che permettano, in aggiunta ai concorsi ordinari, di valorizzare l’esperienza di lavoro accumulata con reiterati contratti a termine da parte di personale anche assunto attualmente dalla III fascia. Si tratta, come è noto, di docenti non abilitati (nella secondaria), del cui lavoro tuttavia ci si avvale in molti casi per anni, mettendo così le scuole in condizione di funzionare regolarmente. Naturalmente alla loro assunzione si potrebbe procedere solo previo esaurimento, nella provincia, di tutti i canali da cui attualmente si attinge per le assunzioni in ruolo (graduatorie concorsuali e GAE).
La proposta non è di oggi. Come CISL Scuola, già nel 2015, in occasione della discussione sulla legge 107 (che prevedeva l’assunzione in ruolo solo da GAE e da GM), proponemmo di inserire nel testo in discussione un emendamento volto a consentire l’assunzione di personale incluso nelle graduatorie d’istituto, a partire dalla II fascia e successivamente dalla III con contestuale percorso abilitante riservato. Tale emendamento non fu preso allora in considerazione.
In tutte le occasioni successive in cui il Parlamento ha affrontato il tema del reclutamento, tale richiesta è stata riproposta dalla CISL Scuola nel corso di ripetute audizione; si tratta di proposte condivise anche da altre sigle sindacali, che pure in questi giorni le stanno rilanciando.
Da ultimo, ce ne siamo fatti promotori nel confronto svoltosi col precedente governo “gialloverde” nell’autunno 2018, mentre l’Esecutivo preparava una riforma del reclutamento che prevedeva il superamento dei preesistenti percorsi abilitanti, individuando a regime il concorso ordinario come unico canale di reclutamento, al cui superamento attribuire anche il valore abilitante, tornando in sostanza alla situazione vigente prima dell’introduzione delle SSIS.
Con la caduta del primo governo Conte e l’insediamento del secondo, sostenuto da una nuova e diversa maggioranza, le nostre interlocuzioni sono riprese, con entrambi i ministri avvicendatisi alla guida del dicastero, incontrando però le stesse resistenze e l’indisponibilità a recedere da una linea che punta all’unico canale concorsuale ordinario, salvo le eccezioni di procedure straordinarie frutto di sofferte mediazioni fra Amministrazione e sindacati.
La difficoltà a gestire i concorsi in questa situazione di emergenza, essendo ormai evidente l’impossibilità di portarli a compimento in tempo utile per assunzioni decorrenti dal prossimo anno scolastico, dovrebbero indurre a rimuovere le chiusure, spesso preconcette, fin qui manifestate rispetto alla proposta in materia di reclutamento sostenuta dalla CISL Scuola, contenuta in un dossier pubblicato già nel dicembre del 2018; una “rivisitazione” del sistema a doppio canale che consentirebbe di tener conto in modo equo sia della necessità di offrire opportunità di accesso al lavoro di insegnante per le giovani leve dei neo laureati (con concorsi ordinari banditi a cadenza regolare), sia di valorizzare l’esperienza di lavoro accumulata per un congruo numero di anni (assumendo come requisito ragionevole un servizio svolto per almeno tre annualità) da quanti insegnano ogni anno nelle nostre scuole con contratti a tempo determinato.
Si conseguirebbero così almeno tre obiettivi:

  • ridurre sensibilmente l’area del lavoro precario
  • stabilizzare il lavoro di personale già dotato di consistente esperienza maturata sul campo
  • prevenire ogni possibile contenzioso per abuso dei contratti a termine.

Una proposta equilibrata e di buon senso, com’è consuetudine per un sindacato che non ha mai fatto concessioni alla demagogia, che ha sempre avuto ben presente la complessità e la delicatezza delle questioni che attengono al fenomeno del precariato nella scuola, che ha sempre creduto fortemente nella possibilità di tenere insieme l’esigenza di dare stabilità al lavoro con quella di assicurare apporti di elevata qualità professionale al sistema scolastico.

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