Le anticipazioni rispetto all’impostazione della legge di bilancio consentono di ipotizzare ad oggi, per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca, incrementi stipendiali che a fatica raggiungerebbero gli 80 euro, per di più spalmati nel triennio contrattuale.
Siamo dunque ben lontani dalle affermazioni ripetutamente rilasciate dal ministro Fioramonti, e soprattutto dagli impegni assunti esplicitamente in intese che lo stesso presidente del Consiglio ha direttamente firmato.
A partire dall’Intesa di Palazzo Chigi del 24 aprile, e in tutte le sedi di confronto tuttora in atto col MIUR, l’obiettivo di una complessiva e significativa rivalutazione degli stipendi del personale della scuola, dell’Università e della Ricerca è stato più volte ribadito come precisa priorità da assumere in previsione del rinnovo del contratto. Lo stanziamento di adeguate risorse in legge di bilancio, con un consistente investimento nei settori della conoscenza, costituisce una premessa ineludibile per una doverosa valorizzazione di tutte le professionalità operanti nel comparto.
I segnali che si colgono vanno in tutt’altra direzione e ciò determina una situazione francamente inammissibile. La serietà con cui le organizzazioni sindacali si stanno impegnando in ogni sede di confronto esige di essere ricambiata da un impegno altrettanto serio, facendo seguire alle parole atti concreti e scelte coerenti e conseguenti. Non si può assumere l’impegno di avviare un percorso di avvicinamento delle retribuzioni del comparto alla media di quelle europee e poi disattenderlo così clamorosamente nei fatti, come avverrebbe se si confermassero le anticipazioni diffuse sui media.
I tavoli di confronto aperti al MIUR diventano a questo punto la sede di un immediato chiarimento, di cui sarà dato conto al personale che rappresentiamo, pronti se sarà necessario ad assumere le opportune iniziative di mobilitazione.
Siamo dunque ben lontani dalle affermazioni ripetutamente rilasciate dal ministro Fioramonti, e soprattutto dagli impegni assunti esplicitamente in intese che lo stesso presidente del Consiglio ha direttamente firmato.
A partire dall’Intesa di Palazzo Chigi del 24 aprile, e in tutte le sedi di confronto tuttora in atto col MIUR, l’obiettivo di una complessiva e significativa rivalutazione degli stipendi del personale della scuola, dell’Università e della Ricerca è stato più volte ribadito come precisa priorità da assumere in previsione del rinnovo del contratto. Lo stanziamento di adeguate risorse in legge di bilancio, con un consistente investimento nei settori della conoscenza, costituisce una premessa ineludibile per una doverosa valorizzazione di tutte le professionalità operanti nel comparto.
I segnali che si colgono vanno in tutt’altra direzione e ciò determina una situazione francamente inammissibile. La serietà con cui le organizzazioni sindacali si stanno impegnando in ogni sede di confronto esige di essere ricambiata da un impegno altrettanto serio, facendo seguire alle parole atti concreti e scelte coerenti e conseguenti. Non si può assumere l’impegno di avviare un percorso di avvicinamento delle retribuzioni del comparto alla media di quelle europee e poi disattenderlo così clamorosamente nei fatti, come avverrebbe se si confermassero le anticipazioni diffuse sui media.
I tavoli di confronto aperti al MIUR diventano a questo punto la sede di un immediato chiarimento, di cui sarà dato conto al personale che rappresentiamo, pronti se sarà necessario ad assumere le opportune iniziative di mobilitazione.
Roma, 18 ottobre 2019