I dati PISA sono la conferma delle tante criticità del nostro sistema di fronte alle quali continuano a mancare efficaci politiche di contrasto. A parole si riconosce il ruolo fondamentale che istruzione e formazione sono chiamate a svolgere, nei fatti si lascia la scuola da sola a fronteggiare problemi ed emergenze di ogni genere. Prima che l’OCSE evidenziasse carenze e insufficienze dei nostri alunni, la Commissione Europea ci ha ricordato che l’Italia spende in istruzione meno di quanto avviene in media fra tutti i Paesi. Un ritardo che andrebbe recuperato velocemente, ma non si faranno passi significativi in questa direzione neanche con la legge di bilancio attualmente in discussione. Questa la realtà, dopo tante dichiarazioni e promesse.Se occorre spendere di più, è altrettanto vero che si devono da subito spendere meglio le risorse a disposizione. Intervenire sulle situazioni più problematiche (aree a rischio formativo, nelle scuole delle periferie, nelle aree con più alto abbandono) deve costituire un’assoluta priorità. Diversamente è impossibile evitare che le disuguaglianze nelle condizioni di contesto economico, sociale, familiare si traducano in disparità negli esiti formativi. Analogo ragionamento va fatto anche sulle politiche di sostegno alla professionalità dei docenti, non basta certo definirli “eroi civili” se non si attivano interventi che valorizzino il lavoro fatto nelle aree e nei settori che registrano il più alto indice di insuccesso scolastico. Il rinnovo del contratto può essere in questo senso un’occasione utile e importante, ferma restando la necessità di una complessiva rivalutazione anche economica del lavoro nei settori della conoscenza. È di tutta evidenza la necessità di un piano serio di rilancio delle politiche in materia di istruzione e formazione, che persegua nell’immediato e anche a più lunga scadenza obiettivi di accresciuta efficienza ed equità, con interventi strutturali orientati nella direzione indicata dall’art. 3 della nostra Costituzione. Governo e ministro dimostrino nei fatti, e non solo a parole, se di questa esigenza sono in grado di farsi carico e se intendono farlo.
Roma, 4 dicembre 2019
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola