QUANDO NON C’ERANO GLI ORGANI COLLEGIALI

QUANDO NON C’ERANO GLI ORGANI COLLEGIALI

Quando non c’erano gli organi collegiali

Era il 1950 quando Mario frequentava la seconda elementare nella scuola di un piccolo comune lombardo della provincia di Mantova. La scuola iniziava in ottobre, si frequentavano le lezioni al mattino, mentre al pomeriggio il parroco organizzava il dopo scuola all’oratorio.

“Scrivevamo con la matita” racconta Mario “se potevamo,  dovevamo procurarci il pennino in cartoleria, l’inchiostro ci veniva fornito tutte le mattine dal bidello.  La maestra Ade era severa, ma di buon cuore, ci portava perfino i biscotti. In classe eravamo tutti maschi, 21 bambini.
I nostri genitori della scuola, conoscevano solo i voti sulla pagella; c’era massimo rispetto per gli insegnanti, ma non era come oggi dove ciascuno dice la sua. Alla scuola media uno dei familiari andava ad udienza dai professori; solo pochi di noi del paese l’abbiamo frequentata, sia perché non tutte le famiglie potevano permetterselo, sia perché dovevamo superare l’esame di ammissione. E poi dopo le medie alle superiori, a Mantova; noi delle periferie eravamo più in difficoltà rispetto ai nostri compagni che vivevano in città. In ogni caso dovevamo in qualche modo cercare di farcela”

Era una scuola, quella di Mario, in cui i genitori e gli studenti non avevano un ruolo. Il sistema scolastico era basato su assetto piramidale: il ministro, il provveditore, il direttore o il preside; ognuno svolgeva le mansioni delegate dall’organo superiore.

E poi la svolta epocale: l’istituzione dei “nuovi organi collegiali di governo.. finalizzati a realizzare la partecipazione nella gestione della scuola.. dando alla scuola stessa i caratteri di una comunità.” (Legge 477 del 30 luglio 1973, art. 5)

I valori, gli stati d’animo che animavano la società in quegli anni, le suggestioni collettive, venivano così recepite a livello normativo, nella profonda convinzione che una gestione partecipata della scuola, avrebbe reso il sistema più efficace. Si viene così realizzando il principio della partecipazione democratica alla vita scolastica, da parte di tutti gli attori,  docenti, alunni, genitori, personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

E così Mario, quel bambino che si riteneva fortunato di aver potuto andare a scuola, di questa scuola vuole essere partecipe e protagonista, e si fa eleggere negli organi collegiali come rappresentante dei genitori.

C’è ancora qualcuno che ricordi le prime elezioni degli Organi Collegiali dell’autunno 1975?

Oggi la scuola è “Comunità educante e democratica” (CCNL 2019-21 Art.32), è animata e orientata dalla condivisione di obiettivi e strumenti.
Di questa condivisione tutti siamo chiamati a farci protagonisti.

Il bambino della foto, Mario, è il mio papà, e insieme alla mia mamma mi ha insegnato il valore enorme della possibilità di imparare, di conoscere, di studiare.

Mi si potrebbe chiedere cosa c’entra questa storiella con il sindacato? C’entra eccome!

Noi siamo sindacato della scuola, questo ci investe di un’enorme responsabilità, perché la scuola è formazione, la formazione fa parte del percorso di crescita di ogni persona.

Oggi, in un’epoca in cui parrebbe prevalere il “diritto alla non conoscenza”, noi abbiamo il compito di ritrovare la narrazione, raccontare quella ricchezza e quel patrimonio che la storia ci ha consegnato, e che abbiamo il dovere di conservare e trasmettere.
“La tradizione è la salvaguardia del fuoco” (G. Mahler), poco sanno oggi le nuove generazioni dei valori che rappresentano il nostro fuoco, le nostre radici. Occuparsi di scuola significa essere “artigiani della vita”, ritrovando l’idea di cura: I’Care.

In questa convinzione, profonda, nell’attenzione alla persona, si distingue la CISL Scuola; non vogliamo essere portatori di storie al singolare, ma essere protagonisti, “In prima persona al plurale”: solo così la narrazione potrà cambiare!

Allora oggi, 7 Maggio 2024, esercita la tua responsabilità come persona di scuola: il tuo voto per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, organo collegiale per eccellenza, è importante!

Noi ci siamo: in prima persona, al plurale!
Claudia Zanella

 

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