
FAQ su CCNL
Risposte alle più frequenti osservazioni
riguardo all’intesa sulla parte economica del CCNL
Di seguito una raccolta delle osservazioni raccolte con più frequenza sui diversi canali social riguardo ai contenuti dell’intesa sottoscritta all’ARAN l’11 novembre 2022 per un’anticipazione dei benefici economici nell’ambito del rinnovo del CCNL del comparto istruzione e ricerca per il triennio 2019/21.
A cura dell’Ufficio Sindacale, è stata operata una sintesi dei diversi commenti, raggruppandoli per argomento e fornendo sugli stessi, di volta in volta, i necessari chiarimenti.

1) I sindacati hanno nuovamente ceduto alle richieste del Governo. Infatti il Governo aveva l’esigenza di spendere i circa 3 miliardi e mezzo di euro già stanziati per il rinnovo del contratto.
Premesso che in realtà si tratta di oltre 5 miliardi e mezzo, la Cisl Scuola ha sottoscritto convintamente prima l’accordo politico e poi il CCNL perché:
- In questo modo il personale della scuola potrà avere, in tempi brevissimi, gli aumenti contrattuali e il pagamento degli arretrati spettanti;
- con l’accordo politico si è ottenuta la cosiddetta definalizzazione dei 270 milioni di euro stanziati con la Legge di bilancio per il 2022 (comma 327), che potranno essere utilizzati per un ulteriore incremento della parte fissa della retribuzione, senza legarle ad attività aggiuntive o altre condizioni;
- anche le quote stanziate per il salario accessorio di docenti e ATA dalla Legge di bilancio per il 2022 (commi 604 e 606 – rispettivamente 89,4 milioni e 14,8 milioni) vengono destinate all’incremento di RPD e CIA, cioè a tutto il personale senza alcuna condizione;
- sono stati stanziati (nel decreto aiuti quater) ulteriori 100 milioni per il 2022 che consentiranno un ulteriore incremento stipendiale, anche se una tantum.
2) Il contratto deve tenere conto di tutti i lavoratori, evitando che ci siano lavoratori di serie A (docenti) e lavoratori di serie B (ATA).
Il contratto non fa discriminazioni di alcun genere tra i diversi profili, ma fornisce a tutti, in modo proporzionale come sempre avvenuto, un incremento delle retribuzioni. Più precisamente, le retribuzioni previste dal CCNL 2016/18 sono state tutte incrementate del 4,10%. Dunque una rivalutazione in linea con quelle ottenute da tutti gli altri comparti del lavoro pubblico, anzi lievemente superiore: infatti, il tasso di inflazione con il quale si è calcolato a suo tempo il possibile incremento della massa salariale per i contratti pubblici era del 3.78%.
3) Ancora una volta un contratto che consentirà un incremento inferiore a quanto effettivamente
sono aumentati i carichi di lavoro.
La parte economica dei rinnovi dei contratti di tutto il pubblico impiego può contare esclusivamente sugli stanziamenti effettuati nelle leggi di bilancio del triennio di riferimento. Gli stanziamenti sono calcolati tenendo conto dell’inflazione prevista nel periodo contrattuale. Un tempo si utilizzava come criterio il “tasso programmato di inflazione”, dato esclusivamente politico, sostituito dal 2009 da un indicatore più oggettivo (IPCA). Per andare oltre questi livelli c’è bisogno di una disposizione di legge che lo consenta. Lo stesso discorso vale per il salario accessorio. In questo caso, però, la legge 234/2021 ha autorizzato uno scostamento ulteriore dello 0.22% rispetto ai limiti prefissati.
4) Perché al momento della sottoscrizione dell’accordo e soprattutto del contratto non si è deciso
di ripartire tutte le risorse economiche disponibili? In questo modo i lavoratori avrebbero potuto
contare su stipendi più dignitosi.
Nel momento in cui si è concordato di anticipare l’accordo sulla parte economica, l’ARAN ha posto come condizione di non esaurire l’intero ammontare delle risorse, riservandone una quota per coprire eventuali costi derivanti da scelte assunte nel negoziato sulla parte normativa e per le quali si debba tener conto di un corrispettivo in termini di costi (ad es. per i permessi retribuiti, che sono considerati un costo contrattuale). Per questo motivo l’ARAN, con consenso del Ministero, era orientata a utilizzare il 90% delle risorse disponibili.
La mediazione raggiunta è stata di utilizzare il 95% del budget a disposizione. Ciò premesso, le risorse relative ai 100.000.000 una tantum riconosciuti in sede di accordo politico dal Ministro non potevano essere già distribuite perché c’era bisogno di una disposizione di legge che le rendesse disponibili (in questo caso il D.L. “aiuti quater”). Le risorse relative al comma 327 della Legge 234/2021 (c.d. valorizzazione professionalità docente) e destinate a tale scopo sono state “definalizzate” proprio grazie all’accordo politico del 10 novembre, ma potranno essere distribuite solo dopo l’approvazione della legge di bilancio per il 2023, in cui peraltro il Ministro si è impegnato a reperire ulteriori risorse aggiuntive. Infine, le risorse previste dal comma 612 della Legge 234/2021 potranno essere erogate solo una volta definiti i nuovi “ordinamenti professionali per il personale ATA”.
5) Se le risorse sono solo quelle richiamate dall’Ipotesi di contratto, allora perché non firmare
immediatamente a giugno evitando, in questo modo, di ritardare di 6 mesi il pagamento degli
arretrati?
Le risorse non sono quelle di giugno, ma sono state incrementate di una quota significativa rendendo disponibili per la trattativa all’ARAN anche quelle previste dal comma 327 della Legge di bilancio per il 2022 (valorizzazione della professionalità docente), che il Ministero si accingeva a utilizzare per incrementare il Fondo MOF 2022/23. In tal modo sarebbe state impiegate per retribuire attività aggiuntive a carico del fondo di istituto, mentre ora – grazie alle forti pressioni esercitate dalla Cisl Scuola e delle altre sigle, che hanno costretto il Ministro Bianchi a non accreditare alle scuole tali risorse – l’intesa ne consente un utilizzo generalizzato per le retribuzioni di tutti. Inoltre, l’intesa tiene conto degli ulteriori 100 milioni stanziati il giorno stesso prima della firma all’ARAN dal Consiglio dei Ministri nel decreto aiuti quater. Infine, il Ministro nell’accordo sottoscritto si è impegnato a recuperare nuove e ulteriori risorse da destinare al personale della scuola nella legge di bilancio per il 2023.
6) Chi tra i docenti avrà diritto ad un incremento a 3 cifre?
Secondo i calcoli elaborati dalla CISL Scuola, già con questa prima anticipazione degli aumenti l’incremento medio supera i 100 euro mensili lordi. Se poi si aggiungono gli ulteriori 270 milioni per i docenti, i 36,9 milioni per il personale ATA, i 100 milioni recuperati in sede di accordo del 10 novembre e il 5% delle risorse ancora da distribuire l’incremento medio per il personale docente raggiungerà i 123/125 euro e quello per il personale ATA si assesterà sui 90/92 euro.
7) Nel contratto ho letto che ci sarà una quota di salario erogata “una tantum”. Cosa significa?
Un’altra fregatura?
Nessuna “fregatura”. Alle risorse contrattuali previste dalle tre leggi di bilancio (2019 – 2020 – 2021) e a quelle messe a disposizione dalla legge di bilancio per il 2022 il Governo, proprio per favorire il rinnovo della parte economica in tempi ristretti, ha aggiunto ulteriori 100.000.000 di euro. Tali risorse, però, sono da considerarsi esclusivamente per l’anno 2022 e quindi saranno corrisposte, alla conclusione della trattativa, una volta soltanto. Ciò che più conta, però, è l’impegno politico assunto dal Ministro – e riportato esplicitamente nell’intesa – a reperire con la prossima legge di bilancio ulteriori nuove risorse da destinare anche alla parte tabellare delle retribuzioni, senza riferimento a parametri particolari.
8) Ora, firmata la parte economica, chissà quanto tempo ci vorrà per la conclusione del contratto
finale.
Sarà il tempo necessario per concludere un buon accordo, comunque sicuramente piuttosto breve. I sindacati hanno già chiesto all’ARAN la fissazione di un calendario di incontri il più possibile serrato per poter affrontare gli altri temi ancora sul tavolo: sia quelli di carattere normativo (diritti e doveri), sia la distribuzione della parte economica, questione non irrilevante visto che si tratta di oltre 500 milioni di euro, e precisamente:
- del 5% delle risorse stanziate dalle leggi di bilancio 2019-20-21;
- delle risorse derivanti dal comma 327 della legge 234/2021 (valorizzazione professionalità docente);
- delle risorse di cui al comma 612 della legge 234/2021 (nuovi ordinamenti professionali ATA);
- dei 100 milioni ottenuti con l’accordo politico del 10 novembre 2022.
9) La parte relativa agli aumenti del contratto 2019/2021 quando troverà applicazione?
L’esigenza di firmare in rapida successione l’accordo politico (il 10 novembre) e il CCNL (l’11 novembre) si è posta proprio per garantire la massima tempestività nel riconoscimento dei benefici. Acquisito, senza alcun margine realistico di ulteriori incrementi, il quadro delle risorse disponibili, non avrebbe avuto alcun senso ritardare la firma: anche solo pochi giorni di attesa non avrebbero permesso all’amministrazione di applicare gli aumenti e liquidare gli arretrati nel corso del mese di dicembre 2022, come invece accadrà. È da precisare che il pagamento degli arretrati non avverrà col cedolino del mese di dicembre 2022 (che NoiPA emetterà il 25 novembre con pagamento fissato al 15 dicembre) ma con una emissione a parte, con valuta probabilmente anteriore al 25 dicembre.
10) Ancora una volta, gli incrementi stipendiali premiano i docenti. Ma la scuola è fatta anche dal
personale ATA.
In questa fase, che vede una mera anticipazione economica degli effetti contrattuali, si è proceduto con l’erogazione del 95% di quanto stanziato dalle Leggi di Bilancio 2019-2020- 2021 incrementando in percentuale omogenea tutte le retribuzioni dei diversi profili.
Ulteriori forme di valorizzazione, che potranno riguardare sia il personale docente che il personale ATA, saranno oggetto di trattativa nel prosieguo del negoziato, quando si affronteranno sia gli aspetti normativi che le modalità di erogazione dei 500 milioni ancora da distribuire. In particolare si tratta:
- del 5% delle risorse stanziate dalle leggi di bilancio 2019-20-21;
- delle risorse derivanti dal comma 327 della legge 234/2021 (valorizzazione professionalità docente);
- delle risorse di cui al comma 612 della legge 234/2021 (nuovi ordinamenti professionali ATA);
- dei 100 milioni ottenuti con l’accordo politico del 10 novembre 2022.
11) Sono nella scuola da anni e lavoro da precario. Perché nel contratto non si è fatto di più per
risolvere il problema del precariato? Nell’accordo politico e nel successivo CCNL non trovo nulla
per noi.
La contrattazione ha precisi ambiti su cui può intervenire, e sono quelli che riguardano strettamente la disciplina del rapporto di lavoro, ma non può decidere su materie come il reclutamento, che sono di competenza della legge e non dei contratti. Come CISL Scuola abbiamo chiare proposte sia sul reclutamento che sulla formazione iniziale del personale e a queste facciamo riferimento in tutte le sedi di confronto con le forze politiche e parlamentari che puntiamo sempre a sviluppare. Ma non ci è data la possibilità di decidere su questi temi attraverso il contratto.
12) Quando verrà completata in modo definitivo la parte economica del contratto?
Come già detto, abbiamo chiesto all’ARAN di predisporre un calendario di incontri il più possibile serrato, in modo da concludere quanto prima la trattativa. La complessità degli argomenti (responsabilità disciplinare, ordinamenti professionali ATA, mobilità del personale, solo per citarne alcuni) è tale da rendere difficile, e nemmeno conveniente per noi, fissare una data limite oltre la quale non sia possibile andare. Correremmo il rischio di comprimere la trattativa a scapito di una soddisfacente risoluzione dei problemi sul tappeto. La trattativa non avrà comunque tempi lunghi.
13) Nel contratto appena sottoscritto come anche nell’accordo politico non troviamo traccia del
recupero dell’anno 2013. Perché ancora una volta tale aspettativa è andata disillusa?
Il recupero dello scatto poteva essere fatto esclusivamente utilizzando a tal fine parte delle risorse complessivamente disponibili per il rinnovo del contratto; si tratta infatti di un’operazione per la quale va comunque trovata una copertura economica. Su questo argomento, è il caso di ricordare il ruolo da protagonista svolto dalla CISL Scuola nella vertenza con cui si ottenne il recupero della validità – ai fini delle progressioni economiche – degli anni 2010, 2011 e 2012. Un risultato che ha richiesto un confronto difficile e molto complesso con i Governi di allora, impegnando anche una parte di risorse contrattuali; sulla questione del 2013 gli ostacoli politici si sono rivelati insormontabili, per mancanza di
sensibilità o comunque di disponibilità a stanziare risorse ad hoc. Il comprensibile malcontento per il mancato recupero del 2013 non dovrebbe per questo far dimenticare l’entità dell’attacco portato allora alle retribuzioni, motivato con la necessità di far fronte a una grave emergenza economica, e l’efficacia dell’azione condotta da quei sindacati, CISL Scuola in testa, che riuscirono a porvi in gran parte rimedio.
14) Il Dsga, nonostante le forti richieste di una diversa considerazione, ancora una volta non è
opportunamente valorizzato.
La questione della valorizzazione riguarda tutto il personale e si ricollega comunque anche alla formazione in servizio. La valorizzazione deve vedere coinvolto tutto il personale ATA, compreso il personale Direttore dei Servizi, ed è un tema che dovrà essere affrontato in sede di definizione dei nuovi ordinamenti professionali del personale ATA. La parte del contratto al momento sottoscritta riguarda esclusivamente l’anticipazione di una parte degli istituti contrattuali (tabellare, RPD e CIA). La CISL Scuola e le altre Organizzazioni Sindacali hanno chiesto che al personale DSGA (per il quale non è prevista la CIA) venisse incrementata la parte fissa dell’indennità di direzione, come effettivamente avvenuto nella misura del 4,10%, analogamente a quanto previsto per il restante personale. La valorizzazione del personale DSGA, posta ripetutamente al centro del dibattito con l’ARAN da parte della CISL scuola, dovrà avvenire con le risorse destinate alla ridefinizione degli ordinamenti professionali del personale ATA.
15) Perché non avete previsto l’estensione della card docente anche al personale precario e anche
al personale ATA?
La card docenti, riservata al personale di ruolo, non è uno strumento introdotto dal contratto, ma è un contributo a finalità specifica previsto espressamente da una Legge (la Legge 107/2015) che ne dispone anche il finanziamento. Non essendo materia di contrattazione, l’estensione della card al personale non di ruolo può essere decisa solo attraverso un provvedimento legislativo, o stabilendo – anche in questo caso serve una legge – che le risorse a tal fine stanziate, o la loro gestione, siano rimesse alla contrattazione. L’esigenza di estendere al personale precario il beneficio della card è stata più volte sostenuta dalla CISL Scuola nel confronto con le forze politiche, facendo leva anche sulle numerose sentenze emesse in materia dalla magistratura.
16) Perché non avete previsto, in sede di contratto, una estensione degli organici come si era fatto
per il cd. Organico covid?
L’argomento degli organici è materia riservata alla legge, su cui il contratto non ha possibilità di intervento. Rimane comunque uno dei temi su cui la CISL Scuola si è sempre spesa con impegno e determinazione nel confronto con l’Amministrazione e con le forze politiche.
17) Gli arretrati saranno liquidati a chi ha un contratto a tempo determinato?
Sì, in relazione alla quantità del servizio prestato
18) Gli arretrati saranno liquidati a chi oggi è in pensione ma ha lavorato negli anni 2019 o 2020 o 2021?
Sì, per i periodi svolti in costanza di servizio attivo
19) Il personale in part time ha diritto agli arretrati?
Tutto il personale ha diritto agli arretrati per il lavoro svolto, in relazione alla sua durata e alla sua articolazione oraria. Per i periodi lavorati in part time gli arretrati saranno corrisposti proporzionalmente all’orario di effettivo servizio.
20) Chi oggi non lavora a scuola ma ha lavorato (seppur saltuariamente) deve presentare apposita
domanda o il pagamento avviene in automatico?
La liquidazione degli arretrati sarà effettuata in modalità automatica agli aventi diritto.
21) In questi anni ho cambiato tipologia di inquadramento, prima ero un Collaboratore scolastico,
poi Assistente e poi Docente (o viceversa) oppure, prima ero part time poi full time devo
segnalarlo a qualcuno?
Non è necessaria alcuna comunicazione. Il calcolo sarà effettuato in base ai servizi effettuati e risultanti all’Amministrazione che ha provveduto al loro pagamento.
22) Gli arretrati che verranno corrisposti faranno scattare un’aliquota fiscale più alta a carico di
ciascun lavoratore!
Gli importi che verranno erogati nel cedolino di dicembre e che si riferiscono ad arretrati per prestazioni relative agli anni precedenti saranno assoggettati alla cosiddetta “tassazione separata”: ciò vuol dire anzitutto che non concorrono a formare il reddito complessivo dell’anno in corso, evitando di aumentare il carico fiscale che si avrebbe se l’aumento del reddito imponibile facesse scattare una successiva e più pesante aliquota IRPEF. Sulle modalità di determinazione dell’aliquota fiscale, tentiamo di sintetizzare una
spiegazione piuttosto complessa: premesso che si considerano tali tutti gli emolumenti che per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti, o per altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti, sono corrisposti per anni precedenti a quello in cui vengono percepiti, gli arretrati saranno tassati con un’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all’anno in cui sono percepiti. Se in uno dei due anni anteriori non vi è stato reddito imponibile, si applica l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo
netto dell’altro anno; se non vi è stato reddito imponibile in nessuno dei due anni si applica l’aliquota prevista per il primo scaglione di reddito.
23) La mobilità. Perché ancora una volta questo argomento non è stato trattato?
L’accordo politico del 10 novembre ed il successivo CCNL dell’11 novembre hanno riguardato esclusivamente l’anticipazione nell’erogazione di alcuni degli istituti di carattere economico. La mobilità del personale, così come altre importanti questioni (ordinamenti professionali ATA, la formazione, ecc.) saranno affrontate nel corso della trattativa sulla parte cosiddetta “normativa” del contratto. La CISL Scuola, dopo aver ottenuto col CCNI sulla mobilità per l’a.s.2022/23 che oltre 15.000 docenti “vincolati” potessero partecipare ai movimenti e ottenere una nuova sede più gradita rispetto a quella assegnata all’atto dell’assunzione in ruolo, cercherà in sede di confronto con l’ARAN di recuperare quanto più possibile alla disciplina contrattuale la materia della mobilità, oggetto di ripetuti interventi di legge con i quali sono state poste limitazioni alla possibilità di trasferimento del personale docente.
